Belial coltiva, tra gli altri, il vizio della scrittura. Ha scritto i romanzi Saxophone Street Blues (2008, Las Vegas) e Making Movies (2009, Las Vegas).

martedì 6 ottobre 2009

Racconti: La Città della Convenienza

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La città della convenienza sorge al centro di un deserto circolare e piano. Ampie, interminabili autostrade attraversano le distese sabbiose. Sono linee d’asfalto incandescenti e dipanate a raggiera lungo i punti cardinali assodati e supposte. Tutte convergono tutte nel grande anello che circonda la città della convenienza. Il pedaggio è modico.



Le origini della città sono dimenticate, quelle del deserto, sconosciute. Generalmente si attribuisce la paternità del deserto all’occhio infuocato di Dio, e quella della città all’ingegno dell’uomo. Ma non manca chi suppone che sia stato l’uomo a creare il deserto, la città, Dio. Si mormora inoltre che la città abbia spianato il deserto attorno a sé nel corso dei secoli.

La città della convenienza è un groviglio urlante di prezzi ed asfalto, panchine verdi scrostate davanti a vetrine scintillanti, parcheggi sotterranei, bancarelle, aria condizionata. Gli altoparlanti sono installati sotto i tombini e sopra i lampioni, dietro le luci dei semafori, sui tetti dei tram che passano sferragliando. Alcuni quartieri periferici non sono ancora raggiunti dall’impianto; quelle strade sono allora battute da uomini sandwich che urlano a squarciagola e si fustigano impietosamente il petto fino a stramazzare al suolo.

Che prezzi! È la città della convenienza. Qui il tuo danaro ha valore, qui puoi sempre risparmiare, sconti saldi offerte a volontà, non perdere l’opportunità, prezzi, ma che prezzi, prezzi bassi prezzi pazzi, prezzi stracciati prezzi rovinati, dura la vita per un prezzo, prezzi a ribasso prezzi all’ingrosso, un buon prezzo si deve tagliare, si deve tagliare, dividere, umiliare, trenta cinquanta settanta percento. Paghi tre prendi due, paghi sei prendi nove, nuovo!, il nuovo al prezzo dell’usato, e l’usato è sempre garantito. Il nuovo risparmio è spendere bene, spendere meno spendendo meglio, alla città della convenienza. I prezzi cattivi non sopravvivono, vengono licenziati, cancellati, mandati al macero. La notte i prezzi sognano di cadere in un grande ovale bianco, solidamente bordato di nero, e di precipitare in eterno, senza mai toccare il fondo.

Il quartiere dell’abbigliamento è illuminato a giorno da grandi falò allestiti su piedistalli d’argento e cristallo, e alimentati perpetuamente con i capi delle stagione passate. Ora è di moda la tinta zigomo: le vetrine traboccano di calzini zigomo, cappelli zigomo, giacche zigomo, mutandoni di lama zigomo, guanti zigomo, cappotti zigolo, stringhe zigomo per scarpe zigomo, cinture zigomo su jeans amaranto. L’amaranto si abbina molto allo zigomo. La scorsa stagione andava un altro colore, il lucciola. Ha sbancato, ma poi è stato deprezzato, ribassato, strascontato. I fondi di magazzino sono giù stati inceneriti. Ora i capi color lucciola sono rarissimi; se ne vende qualcuno nei negozi di abbigliamento vintage, ma i prezzi sono proibitivi. Per la stagione a venire non si esclude un ritorno di fiamma del lucciola.

Il cuore del quartiere della moda ospita tutte le grandi firme. La concorrenza è spietata, non solo tra uno stilista e l’altro, ma tra uno stilista e i suoi imitatori. Il famoso designer Buzzini ha aperto una fabbrica in Cina per produrre i falsi della propria collezione. Ora le imitazioni autentiche di Buzzini spopolano nella città della convenienza. «Questo dimostra che posso creare imitazioni di Buzzini meglio di chiunque altro», ha commentato lo stilista.

Il quartiere degli spettacoli è scintillante. La strada è costellata di Elvis morti e di bambole gonfiabili di Marilyn. I cinema proiettano tre film al prezzo di uno, e sono sempre film a colori, consunti, col finale che fa piangere di gioia. Cabarettisti sdentati e flaccida prime donne si ammassano sui palcoscenici di varietà. Attori comici rovinati da scandali sessuali, rockstar ultrasessantenni, maghi televisivi caduti in disgrazia siedono per strada, dentro cabine di vetro attrezzate con un cesso e un piccolo frigorifero. Il prezzo per gli autografi sta scritto su un cartello di cartone che tengono appeso al collo. Alcuni si fanno fotografare in cambio di un bicchiere.

Modelle ingrassate e soubrette dai culi cascanti cantano in playback in orchestrine da ristorante, si travestono da scoiattoli giganti, o imparano a sputare fuoco. I marciapiedi davanti alle sale cinematografiche pullulano di petomani e di clowns. Guidano velocipedi senza manubrio e con una ruota sola. Hanno scoperto di riscuotere più monete e risate quando rovinano a terra, purché il costume sia abbastanza colorato da distrarre il pubblico dal sangue lasciato sull’asfalto.

I clienti si affastellano per le strade strabuzzando gli occhi, sudando e sorridono compulsivamente, le braccia distese lungo i fianchi, borse cariche di merce in ciascuna mano. Fiumi di passanti ingombrano le strade fino all’intollerabile. I bambini gridano a squarciagola oppure sghignazzano battendo i denti fino a farseli saltare fuori dalla bocca. I genitori hanno scoperto che tacciono quando li fanno ingozzare di hamburger.

Gli abitanti della città della convenienza soffrono di disturbi della personalità non diagnosticati, ma nessuno ci fa caso. Di giorno lavorano come grossisti, commessi o caporeparto. Sono pagati a giornata. Alla sera si riversano per le strade del quartiere a luci rosse. Impilano cassette di frutta l’una sull’altra fino a ottenere squallidi palchetti, sui quali imbandiscono aste improvvisate. Vendono la moglie, la madre e la sorella. L’asta è frenetica: non appena il banditore si è sbarazzato della merce, corre a un’altra asta, sventolando i soldi appena guadagnati, e urla il suo rilancio fino a comprare la moglie, la madre o la sorella di un altro banditore. Il denaro e le donne passano furiosamente di mano in mano, fino al mattino.

Chi non ha denaro né parenti di sesso femminile si dedica a commerci più miserevoli: lo zoppo compra l’occhio del muto, il cieco si svende i capelli. Le più efferate varianti della roulette russa si consumano nei vicoli più squallidi, nei salotti tappezzati di pelle, e su certi innominabili giardini pensili.
Sono sorti nuovi grattacieli e hotel di lusso, alla città della convenienza. Il comune sostiene che la grande macina di carne umana è in costruzione, promette che entrerà in funzione quanto prima. Ma l’ubicazione del cantiere è segreta, e alcuni hanno iniziato a sospettare: forse la macina è sotterranea, oppure invisibile. Forse si trova nell’aria tutt’intorno alla città, ed è già in funzione da molti anni.