mercoledì 6 febbraio 2008
Premio Belial: Biografia II di Afro P. Cilum
Hector Luis Belial nacque in 24 ottobre 1988 a Katmandu a causa di una strana congiuntura cosmica: infatti il giorno del concepimento era il compleanno del padre che “disgraziatamente” si era dimenticato i preservativi a casa.
La vita arrise subito a questo baldo giovane, costruendo per lui una strada in salita che ovviamente faceva fatica a salire. Fu adottato dall’allora 13enne Angelina Jolie.
Primo di una lunga serie di bambini-cuccioli fu ripudiato dalla madre adottiva dopo aver dato fuoco allo splendido Chiwawa della Jolie, Tinkerbell.
“Mi rubava sempre il cibo” fu il commento dell’epoca del Belial.
Passando anni in mezzo ad una strada riuscì a farsi strada nel mondo della moda brevettando per primo l’idea degli infradito maschili con le calze.
Un’idea che gli fece ottenere dal Giappone, che usava una simile moda durante la cerimonia del te, un risarcimento pari al prodotto interno lordo dello Zimbawe.
Gli agi così negatigli dalla perfida madre adottiva furono ripristinati in toto, riuscendo, alla tenera età di 13 anni, nell’obiettivo di molti giovani industriali italiani: riuscire a fare i soldi sfruttando idee e fatica altrui.
Decise così di trasferirsi in Italia, paese del vino e del sole, dove, per sua sfortuna, gettando una monetina per scegliere dove andare a vivere, si ritrovò a Piancavallo, desolata landa in mezzo al nulla con nessuno.
La noia all’inizio lo portò verso il baratro della disperazione, su consiglio del maggiordomo Alfred si dedicò alla scrittura, scrivendo il suo romanzo “Attenzione Agli Armeni ubriachi”, che però rinchiuse in un cassetto poiché non conosceva nessuno se non il maggiordomo Alfred.
Poi con una connessione satellitare scoprì internet. Un nuovo mondo con cui confrontarsi. E migliaia di Terabytes di porno da scaricare.
Scoprendo le meraviglie dell’online banking riuscì a costruire il più grande impero economico della storia umana, riuscendo persino a partecipare agli incontri della società di Thule.
Disgraziatamente un finanziamento sbagliato all’età di 17 anni gli fece perdere tutto il patrimonio.
“Ricordo il periodo dei bond. Il mio maggiordomo si suicidò per il dolore e io incassai la sua polizza sulla vita. Disgraziatamente l’apertura del Bingo a Piancavallo mi fece perdere di nuovo tutti i risparmi tanto faticosamente guadagnati”.
I vari drammi della sua vita lo costrinsero a rendere pubblico il suo libro “Attenzione Agli Armeni ubriachi”. La casa editrice però preferì cambiare il nome in “Saxophone street blues” per problemi legati al razzismo.
Attualmente dalle parti di Secondigliano, dove si dedica con tutto se stesso all’importazione di schiavi per le industrie tessili dalla Cina.
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