Belial coltiva, tra gli altri, il vizio della scrittura. Ha scritto i romanzi Saxophone Street Blues (2008, Las Vegas) e Making Movies (2009, Las Vegas).

martedì 22 aprile 2008

Masked & Anonymous: Don DeLillo


«Mi sbaglio o sono trent'anni che non esce una tua fotografia da nessuna parte?»
«Scott lo sa con precisione.»
«E insieme avete deciso che è venuto il momento.»
«Be', è una bella seccatura sapere che la gente la fa tanto lunga in proposito. Quando uno scrittore non mostra la sua faccia, diventa un sintomo locale della famosa riluttanza di Dio a farsi vedere.»
«Ma per molta gente è stimolante.»
«Sì, ma viene anche scambiata per un'orribile forma di arroganza.»
«Ma siamo tutti attratti dall'idea della lontananza. Un posto difficile da raggiungere è necessariamente bello. Bello e un po' sacro forse. E una persona che diventa inaccessibile ha una grazia e una pienezza che il resto di noi le invidia.»
«Il mondo dell'immagine è corrotto, ecco un uomo che nasconde la sua faccia.»
«Sì» disse lei.
«La gente può anche essere incuriosita e attratta da questo personaggio ma prova anche una certa irritazione nei suoi confronti e sotto sotto si fa beffe di lui e vuole sporcarlo, vedere la sua faccia distorta per la sorpresa e lo spavento quando il fotografo sbuca da dietro gli alberi dove si era nascosto. In una moschea, nessuna immagine. Nel nostro mondo, invece, ospitiamo l'immagine, la mangiamo, le rivolgiamo le nostre preghiere e la indossiamo anche. Lo scrittore che si rifiuta di mostrare la sua faccia invade un territorio sacro. Usa gli stessi espedienti di Dio.»
«Forse è soltanto timido, Bill.»

[Tratto da Mao II]

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