Belial coltiva, tra gli altri, il vizio della scrittura. Ha scritto i romanzi Saxophone Street Blues (2008, Las Vegas) e Making Movies (2009, Las Vegas).

sabato 7 febbraio 2009

Making of Making Movies, parte II

Seconda anticipazione di Making Movies, con alcune note sulla genesi del romanzo.


Ripensandoci, non mi importava affatto di scrivere questo romanzo. Era l'estate del 2007, il contratto per Saxophone Street Blues era appena stato firmato, ed i progetti su cui avevo iniziato a lavorare avevano poco a vedere con il neoespressionismo, o il cinema italiano degli anni '70, o i Dire Straits, se è per questo.

Piuttosto, inseguivo una curiosa utopia, che mi ostino a non abbandonare completamente: quella di un romanzo privo di numeri di pagina, costituito da un gran numero di brevissimi capitoli collegati da link ipertestuali, e costruito in modo che si potesse iniziare a leggerlo a partire da una pagina qualsiasi, ritrovandosi comunque a percorrere una narrazione dotata di significato. L'idea prevedeva una serie di storie i cui svolgimenti si biforcavano ed intrecciavano, e che avevano per fulcro un viaggio in metropolitana. Avevo iniziato, da un lato, ad esaminare gli esperimenti di scrittura ipertestuale degli anni ’90, ed i motivi del loro fallimento; dall’altro, ricercavo romanzi in cui gli autori fossero riusciti a fornire una modalità di lettura indipendente dall’ordine delle pagine, come lo straordinario Gioco del Mondo di Cortázar. Nel corso di diversi mesi, accumulai un gran numero di idee, schizzi, schemi e possibili modelli più o meno inaccettabili.

Contemporaneamente iniziai ad interessarmi di scrittura cinematografica, buttando giù un abbozzo di sceneggiatura per un ipotetico spaghetti-western (idea che avrei in effetti inglobato in Making Movies, ma solo qualche mese più avanti).

Ad ogni modo, tra i vari personaggi che avevo concepito per il romanzo ipertestuale, ce n’era uno ispirato a Jean Michel Basquiat. Mi dissi che sarebbe stato interessante scrivere una sceneggiatura in cui la vita di questo pseudo-Basquiat fosse posta in parallelo con quella di Michelangelo; più che la comparazione tra i due artisti, mi interessava il contrasto tra la Firenze del Rinascimento e la decadente New York degli anni ’80, ed il ruolo dell’arte nelle due distinte epoche. Il fil rouge tra le due storie sarebbe stato una videocassetta, contenente un film sulla vita di Michelangelo, ritrovata dallo pseudo-Basquiat. L’idea mi piaceva, ma abbandonai ben presto la forma-sceneggiatura in favore di quella del romanzo, che consideravo più facilmente spendibile. Nell’autunno del 2007, accantonati i progetti ipertestuali, iniziai a lavorare su quello che sarebbe diventato Making Movies.

Da un lato, non avevo nessuna intenzione di ripetere quanto già scritto in Saxophone Street Blues; dall’altro, sentivo che c’erano delle idee che potevo riprendere, ed implementare. Ad esempio, l’ambientazione urbana e notturna, che questa volta decisi di collocare, anziché in un’anonima metropoli fittizia, per le strade di New York City. Va detto che, personalmente, non ho mai visitato quella città; ma di questo m’importava poco: la città del mio romanzo non intendeva avere alcuna velleità di realismo. Piuttosto, avrebbe ripreso certe caratteristiche delle tante New York che conoscevo fin troppo bene: quelle di Taxi Driver, dei Guerrieri della Notte, di Lou Reed e Don DeLillo, di Edward Hopper, e le infinite altre New York con cui la cultura più o meno popolare mi aveva bombardato negli ultimi 21 anni.

Sviluppai nuove linee narrative, diedi forma all’intreccio ed ai vari personaggi, raccolsi le più influenze più svariate. Nella primavera del 2008, il romanzo raggiungeva la sua stesura semidefinitiva...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, io non vedo l'ora di leggerlo.

Carlotta ha detto...

Io l'ho letto. Mi rendo conto di essere di parte quindi preferirei non esprimermi perché non sarebbe poco corretto. Voglio vedere i pareri dei lettori.