Belial coltiva, tra gli altri, il vizio della scrittura. Ha scritto i romanzi Saxophone Street Blues (2008, Las Vegas) e Making Movies (2009, Las Vegas).

martedì 7 agosto 2007

Biografie Potenziali: R.I.P.#2

Il cadavere attribuito ad Hector Luis Belial è stato ritrovato nel Dicembre 2006 presso uno degli scantinati della fallita industria chimica Chenevard-Farben I.G.. L'edificio, sito alla periferia di Berlino, era stato raso al suolo da un incendio d'evidente origine dolosa, nonostante fosse abbandonato già da diversi anni.
L'unica parte del complesso a presentarsi intatta nonostante il rogo, in effetti, era l'ampia stanza blindata che era stata dimora, e forse galera, del Belial. Agli occhi dei soccorritori si presentava una sorta di loft sotterraneo, completo di tutto il necessario per la sopravvivenza di una persona, inclusa una sostanziosa riserva di alimenti durevoli, una biblioteca di testi in lingua italiana, un impianto stereo, una palestra, un televisore. La morte di Belial sarebbe avvenuta per soffocamento, in seguito alla distruzione dell'impianto di ventilazione.
In realtà, tuttavia, poche sono le certezze sull'identità di quest'unica vittima dell'incendio della Chenevard. Gli ex dirigenti dell'azienda si sono dichiarati del tutto ignari della presenza del giovane nell'edificio, benché tutto lasci presupporre che Belial avesse passato buona parte della sua esistenza chiuso nel sotterraneo, rimanendone imprigionato anche dopo la bancarotta della Chenevard.
L'inchiesta aperta dagli inquirenti berlinesi ha avuto un ampio impatto sull'immaginario collettivo, grazie anche alle fantasiose ipotesi sostenute dalla stampa internazionale. La più nota ricostruzione vedrebbe Belial come il figlio segreto del ricercatore italo-argentino Ferdinando De Villa, morto in circostanze misteriose nel 1987 mentre studiava gli effetti delle radiazioni sui superstiti di Chernobyl. Secondo altri, Belial sarebbe stato usato come cavia umana per crudeli esperimenti, il che spiegherebbe il riserbo mantenuto dalle autorità sull'autopsia del giovane (voci non confermate indicano che il cadavere presentava orribili ed innaturali deformità...).
Al di là di tali ipotesi più o meno fantascientifiche, di Belial rimangono alcuni documenti certi, e sono i suoi manoscritti: un numero non precisato di opere di finzione è stato ritrovato in quello che appare come il meticoloso archivio personale del misterioso defunto.
Saxophone Street Blues è la prima tra queste opere a raggiungere il pubblico italiano.

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