mercoledì 6 febbraio 2008
Premio Belial: Biografia di Rip
Nasce da una famiglia borghese arricchitasi col commercio di bibbie a fumetti. Presso la capitale francese, poco più che decenne, si forma a contatto con gli esponenti del Gutturalismo, ed esordisce su alcune riviste legate a questo movimento. Già in questi anni, fra un viaggio per l’Europa e l’altro, il giovane coltiva i suoi interessi per la letteratura italiana, il volo e la paleontologia vegetale. Abbandonerà quest’ultima, dopo un drammatico incendio esploso nella sua serra personale, causato dal falco di famiglia, amante dei sigari toscani. Gli ci vorranno alcuni mesi per elaborare l’incidente e decidersi ad allontanare l’animale dalla tenuta di famiglia. Dopo questo travagliato periodo, l’ormai sedicenne Hector riprende a scrivere e abbandona definitivamente la romanza napoletana.
Gli anni fra il 2003 e il 2006 sono costellati di incontri con la donna della sua vita, Lauretta Trecnok, conosciuta a Milano in uno dei suoi numerosi viaggi. I due giovani si sposano quattro volte (tre per gioco ed una per davvero, nella chiesa della abate Trecnok, padre di Lauretta) e dopo qualche mese divorziano (una volta per davvero ed una per scherzo). Quando Hector scopre che lo Stato italiano non riconosce più la validità del loro legame coniugale decide di tornare a Parigi. Sono mesi drammatici, amareggiati dai frequenti interventi agli occhi e dai problemi fisionomici, e in cui il giovane smette di utilizzare la lettera F, nel parlare come nello scrivere. È la letteratura a tenerlo attaccato alla vita: frequenta assiduamente il club dei Millantatori, traduce il De vita caesarum di Mullonio Grasso e compone sonetti sui sette mari e i pirati con le gambe di legno.
Purtroppo la sua salute non migliora con il ravvivarsi del suo umore; nel febbraio del 2006 perde entrambe le orecchie e, tutto d’un tratto, impazzisce credendosi Long John Silver.
Nel 2007 Belial inizia un romanzo, L’impronunciabile Benzdruviak (pubblicato postumo l’anno seguente), che riprende in modo evidente le linee tematiche del suo unico romanzo pubblicato in Italia, Saxophone Street Blues. Vi si trovano il consueto odio per i volatili, l’idea di uomo come natura morta e, stilisticamente, un’ingenua e candida passione per i periodi infiniti e senza interpunzioni. Differentemente dal pluripremiato romanzo, qui Belial fa un uso smodato ed inspiegabile della lettera F.
Secondo alcuni è stata questa la causa della sua prematura morte (avvenuta nel gennaio del 2008), mentre secondo altri l’eccesso consonantico sarebbe solo una concausa. I più affezionati lettori di Belial hanno costruito, il giorno del suo funerale, un enorme veliero di strutto, posto in cima al palazzo dal quale lo scrittore si lanciò per provare a volare un’ultima volta.
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